Arti liberali e diritto dell’individuo in F. T.Marinetti
- Posted on 31 May, 2022
- Fondazione Giovanni Agnelli
- By Leonard Clerici
La cronaca del 20 febbraio 1909 del “Le Figaro” apre il fondo con il Manifeste du futurisme di F. T. Marinetti. Mistero di una tradizione dedita al culto dell’opinione che sacrifica alla forma della moda del “jour” tutta la sua ragione taumaturgica, quindi politica. Scrive allora Marinetti: “Allons, dis-je, mes amis![08] Partons! Enfin la Mythologie et l’Ideai Mystique sont surpassés. Nous allons assister à la naissance du Centaure et nous verrons bientòt voler les premíers anges!”. Il Centaure non è più mito, ma, evocato Centaure, effettua un’intenzionalizzazione che ancora cerca rappresentazione.
Valéry scrive:[09] “Le pouvoir excitant d’un mot est illimité... nos futurs symbolistes... unis par quelque négation... Ils s’accordaient dans une résolution comete de renoncement au suffrage du nombre... Je le dis en connaissance de cause: nous avons eu, à cette époque, la sensation qu’une maniere de religion eut pu naitre... un jugement nouveau... Cette puissance est Musique”. Valéry ricorda l’influenza formatrice delle osservazioni astronomiche di Arago a Parigi nel 1840, ricorda i suoi semblables e la “querelle intestine du Vers Libre et... I’Instrumentisme se fonda. Elle s’est vouée aux explosifs et aux toxiques. Je terminerai dono en observant que le `Symbolisme’ est désormais le symbole nominai de l’était de l’esprit et des choses de l’esprit les plus opposées à ce- lui qui regne, et méme qui governe, aujourd’hui. JAMAIS PLUS HAUTE N’A PARU LA TOUR D’IVOIRE”.
“Nella Revue Bianche del 1892, troviamo la definizione del Simbolismo data da un suo teorico, Remy de Gourniont, l’autore del Latin mystique, amico di Jarry al tempo della redazione dell’Ymagier, maestro di Ezra Pound al tempo dei calligrammes obus couleur de lune di Apolli-nafte. La definizione ricorda che “le Symbolisme est une théorie de liberté, libre et personnel développement de l’individu esthétique dans la serie esthétique; il continuerait tout simplement le classicisme, motif de nouvelles expression d’art... il faut toujours étre logiques... le Symbolisme doit s’enquerir de la signification permanente des faits passagers, et tàcher de la fixer... planter un arbre qui soit si spécial, ce qu’i1 peut y avoir d’éternel dans le personnel”. Marinetti immetterà questa atmosfera in Italia attraverso le riviste Anthologie Revue e Poesia, contemporanee della rivista russa e simbolista di Riaboutchinschi Le Toison d’or.
Pare interessante rivedere i giudizi di Jarry sulla Revue Bianche nel 1892, nell’imminenza di una prossima guerra, egli argomenta in modo strettamente razionale e simbolista ad un tempo. Egli pone alla base di qualsiasi trattato di commercio, il criterio e il denominatore comune della Balance. Insiste sul simbolo apocalittico e coranico della Balance, misura da conoscere per poter regolare il libero commercio. Accusa il socialismo di creare “l’instabilité gouvernamentale en France” e sostiene che “l’Absence d’homme de genie” fallisce lo scopo preciso in politica, ribadendo che, pur non approvando atti di dispotismo, talvolta essi sono necessari alle circostanze. In tal modo sostiene la riforma del sistema elettorale tramite circoscrizioni di interessi sociali; questo al fine di lavorare ad una causa più elevata delle varie questioni di partito. Infine Jarry analizza le Costituzioni, simbolo stesso della Bilancia. Esse devono assicurare la stabilità per ostacolare il dispotismo e la variabilità continua rispetto alla realtà. Le leggi dovranno essere pensate per via di deduzione al simbolo della Bilancia e di un equilibrio costante della Costituzione. Jarry accusa quindi le costituzioni vigenti di ostacolare legalmente il “progrès”. Il suffragio ristretto lungi dall’essere ormai l’espressione della volontà, era la prova di un eccitamento alla ribellione e la giustificazione della Rivoluzione; ruolo delle Costituzioni sarà quello di modellarsi alla volontà delle nazioni di cui sono la legge fondamentale secondo il principio calvinista di responsabilità individuale che si esercita attraverso referendum, visto il modello svizzero e confederale dell’epoca.